Mercoledì 19 gennaio abbiamo ripreso le consuete uscite con il Gruppo Tiburzi dopo due mesi, appena trascorsi, che ci hanno obbligato ad una forzata sosta per cause maggiori.

Formati gli equipaggi negli automezzi dei volontari ci siamo diretti verso la destinazione concordata: Sutri dove erano previsti la visita al parco e il pranzo in una trattoria locale di fronte al Mitreo.

Arrivati a destinazione, dopo una breve pausa caffè, abbiamo imboccato il sentiero del Parco dell'Antichissima Città di Sutri.

Il territorio del parco, che ha la caratteristica di essere il più piccolo parco della nostra Regione, si impernia essenzialmente sull’area circostante una Villa storica con giardino all’italiana; il restante territorio protetto è rappresentato da una zona collinare su substrato tufaceo, derivante dal deposito di materiali eruttivi emessi dal vulcano Sabatino.

Nonostante la limitatezza della sua estensione, il parco comprende una certa varietà di ambienti, dalla macchia con leccio, orniello, fillirea e viburno. Sulle ripide pareti vulcaniche meglio esposte, si notono tratti di bosco “mesofilo” con cerro, roverella, acero, carpino e castagno o di bosco "umido" con nocciolo, pioppo e salice.

Lungo le pareti sud si notano delle tombe rupestri, scavate nel masso tufaceo disposte su una o più file sovrapposte, alcune rozzamente decorate, altre presentano più ambienti divisi da pilastri. Durante i secoli, le tombe furono saccheggiate e utilizzate come ricovero di animali.

A nord est l’Anfiteatro la cui origine è incerta, forse etrusca o romana, di sicuro la tecnica e le maestranze furono etrusche. Scavato nel tufo, di forma ellittica, poteva contenere circa 3000 persone.

Dal lato opposto la Chiesa della Madonna del Parto – che non abbiamo visitato perchè chiusa - interamente scavata nel tufo. Fu dapprima tomba etrusca, quindi trasformata dai romani in un tempio dedicato al dio Mitra e quindi elevata a chiesa cristiana; all’interno numerosi affreschi di carattere primitivo. Nell’affresco medievale sono raffigurati i pellegrini in marcia perchè il territorio ricadeva lungo il percorso della Via Francigena che portava da Canterbury a Roma ed è stata percorsa per secoli da milioni di pellegrini.

La Via Francigena, tra l’altro, divenne l’asse lungo il quale eserciti, mercanti e pellegrini si spostavano dal Nord Europa a Roma.

Alle tredici circa tutti presenti in una piccola ma graziosa trattoria locale, in tema con il luogo, giustappunto detta “Il Mitreo”, dove abbiamo consumato un pasto gradevole, condito anche dalla cordialità e familiarità sia dai gestori che dai partecipanti.

Carmelo Melia


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